Alessandro Mancinotti
nato nel 1925
Roma
3 Racconti
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Il lavoro
di/da Alessandro Mancinotti | caricato 4841 giorni fa
Fatto il terzo anno di ragioneria, Alessandro cominciò a lavorare. Prima a bottega da un macellaio, poi aprendo lui stesso una macelleria. Poi, visto che durante la guerra aveva imparato a guidare, ha preso un taxi. Del periodo da tassinaro ricorda un episodio: un giorno aveva accompagnato una signora che abitava alla fine di Corso Vittorio, poco prima del ponte che porta a San Pietro. La signora aveva un pacco molto pesante e gli chiese di portarlo su fino a casa. E lì Alessandro, dalla loggia della casa, vide lo spettacolo per lui più bello del mondo: a sinistra San Pietro, a destra Castel S. Angelo e in mezzo il Tevere che ti ci potevi bagnare i piedi.
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Una ragazza di nome Mia Moglie
di/da Alessandro Mancinotti | caricato 4841 giorni fa
Alessandro lavorava da un macellaio dalle parti di via Sallustiana. Lì vicino c’era una tintoria gestita da una ragazza che aveva un bel gatto. Alessandro con la scusa di portare il polmone al gatto, tanto la corteggiò che finì per farsi sposare. Andarono in viaggio di nozze a Formia, nell’albergo di un cliente della macelleria e la prima notte di nozze Alessandro, per dimostrare alla moglie che era un signore, andò a letto tenendosi anche i pedalini. Sarebbe stato un matrimonio felice; fra la tintoria e il taxi che Alessandro aveva preso, stavano benino. Erano nate anche due bambine ma la moglie purtroppo morì dopo solo dieci anni di una malattia ai polmoni causata dal fumo. Alessandro non si è mai più risposato e ancora sogna la sua Vera.
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Sono nato con la camicia
di/da Alessandro Mancinotti | caricato 4841 giorni fa
Alessandro del fascismo ricorda che per stare in pace bastava non avere grilli per la testa e che se scrivevi al governo il governo rispondeva. Alla sua famiglia è successo: avevano lo sfratto e qualcuno rispose consigliandoli di sospendere il pagamento dell’affitto ma tenendo i soldi da parte per la caparra del nuovo appartamento. Alessandro sarebbe comunque partito militare e allora, anziché nascondersi, si arruolò nel battaglione S. Marco. Gli andò non troppo male, tranne quattro mesi di carcere duro in Germania per aver rubato delle patate che i militari avevano buttato. Tornato in Italia fece l’aiuto autista fino all’8 settembre quando in abiti civili riuscì a tornare a Roma. Degli americani ricorda solo che a casa, dove la madre aveva affittato le stanze per sopravvivere, c’era un militare americano.
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