Maria Teresa Petracci

 
Maria Teresa Petracci

nato nel 1943
Roma

11 Racconti

3.1 min
Non c’era riscaldamento e quando c’era la neve, poiché Teresa era picola, era più alta. Qualcuno aveva la fortuna di portarsi dietro un barattoletto della conserva con un pezzetto di brace per scaldarsi le mani. Niente merenda a mezza mattinata. Qualche volta la madre le portava un pezzetto di pizza ma solo se il tempo lo consentiva. A Teresa piaceva molto andare a scuola. Spesso ci andava senza colazione perché la madre, forse malata di nervi, spesso non si alzava la mattina. Teresa ha fatto solo la quinta elementare. Ha preso la licenza media a Roma da grande, per un suo puntiglio personale.
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2.1 min
Il padre di Teresa era contadino e la madre lo ha sempre aiutato. A Teresa piaceva moltissimo la vita di campagna. Spesso andava nei campi in bicicletta a trovare il padre per vedere come lavorava e cosa faceva. La terra, non tanta, solo dieci ettari, era di proprietà del padre. Coltivavano grano, nocciole e ulivi.
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4.0 min
C’erano tante piante di ulivo. Li aveva piantati il padre misurando la distanza con i passi: quattro metri fra un albero e l’altro e ogni albero occupava un metro quadrato. Si potevano prende alberi piccoli e ci volevano quattro anni per avere il primo raccolto. Le olive all’inizio si raccoglievano con le mani salendo con le scale lunghe fino ai rami. Poi si sono inventate le manine, uno strumento con una specie di beccuccio. Adesso ci sono le macchine. Intorno alla pianta si mettevano i teli per terra. Una volta raccolte le olive si portavano al frantoio che inizialmente era fatto con due pietre che ruotavano.
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3.0 min
C’erano tanti alberi di nocciole. Dopo il raccolto, le nocciole venivano essiccate sull’aia nel mese di agosto, a piedi nudi. Quando erano secche di separavano le bucce, le nocciole venivano passate al setaccio per eliminare i sassolini. Si producevano fino a sessanta quintali che venivano venduti. Alla morte del padre la terra è stata divisa fra le tre sorelle.
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4.2 min
Il padre sulla terra coltivava il grano. Prima arava i campi a mano, poi ha comprato il trattore. Quando si faceva il raccolto, il padre aveva un modo speciale di legare le fascine in modo che non scappasse nemmeno un spiga. Poi arrivava la trebbiatrice, venivano raccolti i chicchi che andavano al mulino e venivano macinati per fare la farina, dalla macina venivano tre prodotti: una farina grossa come quella della polenta con cui ci si facevano le focacce, la crusca che serviva per le bestia di allevamento e la farina primo fiore
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4.9 min
Giocavano a corda e le corde la costruivano con i filamenti di una verdura, la chiamano vitabbia, che si trovava nei boschi. Tuttora Teresa con i germogli della vitabbia ci fa la frittata. Giocavano al tiro alla fune ed era meglio che fare ginnastica in palestra. Giocavano con i bottoni e chi aveva due bottoni era ricca: si faceva una buchetta e bisognava centrarla. Quelli di madreperla valevano doppio. Ma lo stesso gioco si faceva con gli ossi delle pesche. Si giocava nella piazza che era sempre deserta perché le bestie e gli uomini andavano nei campi. E poi le capriole…
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5.1 min
Teresa racconta che la zia stava facendo il bagno al figlio nella bacinella. I tedeschi hanno spalancato la porta perché cercavano il marito. E così la zia per distrarli ha tirato fuori il vino e il pane. I tedeschi hanno mangiato e poi se ne sono andati. Lo zio era nascosto in cantina sotto la paglia. A Carbognano i tedeschi per fortuna non hanno fatto nulla e alla sua famiglia hanno fatto pure qualcosa di buono. Il padre era tornato dalla guerra con la malaria e in quei giorni aveva un attacco fortissimo con la febbre molto alta. Era sul punto di morire e fu proprio un tedesco a suggerire il rimedio: disse alla madre di raccogliere una certa erba, le fece fare un decotto dentro due litri di vino rosso fino a quando non si è ristretto ad una tazza; poi le disse di lasciarlo spurgare sul tetto all’aria della notte. Il padre ha bevuto il decotto e dopo due giorni il padre si è rimesso in piedi
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2.0 min
La terra produceva grano e con la farina e con le uova che facevano le galline, la mamma faceva sempre biscotti savoiardi. La domenica si mangiava pollo o coniglio. Nei giorni di lavoro si mangiavano verdure, minestre, patate e gli insaccati.
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3.8 min
Teresa si è sposata a 19 anni. Lo aveva conosciuto a casa. La cugina da Roma veniva ogni domenica a trovarli al paese e quasi sempre portava con se una amica che era la sorella del giovanotto. Una domenica è venuto anche lui. Aveva già trent’anni, lavorava in fabbrica a Caserta, aveva la macchina. Forse voleva sposarsi perché cominciava a diventare grande. Le ha fatto un po’ di corte e da parte sua Teresa non ne poteva più di stare al paese dove non c’era nulla. E poi comunque lui era bello e le piaceva. Sono andati ad abitare per tre anni a Caserta. Poi la fabbrica ha chiuso ma lui non è riuscito a trovare lavoro e non voleva nemmeno lavorare in campagna.
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2.2 min
Quando è arrivata a Roma, poiché il marito non aveva lavoro, Teresa si è dovuta rimboccare le maniche. Ha sempre fatto le pulizie poi un giorno che cercava una scuola per iscrivere il figlio, ha scoperto che poteva fare domanda come bidella. E così ha cominciato a lavorare a scuola in maniera fissa, si potuta finalmente tranquillizzare e col primo stipendio si è regalata una catenina d’oro.
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