Anna Dilenge

 
Anna Dilenge

nato nel 1930
Colleferro

7 Racconti

2.1 min
L'acqua e il gas in paese ce l'aveva solo la famiglia di Anna, la caserma dei carabinieri e un bar. C'erano le fontane ma quando c'era affollamento qualcuno chiedeva di poter riempire il barile. Non c'era il riscaldamento, si faceva il braciere. A casa di Anna ci fu il primo telefono del paese.
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0.0 min
C'era una donna che veniva a casa a prendere i panni da lavare. Veniva pagata con una salvietta piena di grano o con un paio di uova. Lei prendeva i panni, contava quanti erano e di che tipo e segnava. Quando c'era il raccolto o quando le galline facevano le uova, veniva pagata.
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0.7 min
In paese c'erano le lattare, erano donne che avevano molto latte. La lattaia si pagava con la pasta, le uova. In famiglia di Anna erano sette figli e sono andati tutti a balia; la chiamavano la mamma di latte.
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2.9 min
Si andava al santuario col mulo o col cavallo. I più anziani e i più giovani andavano seduti dentro alcune ceste che venivano messe sull'asino. Uno dei santuari era San Michele, molto lontano e molto in alto, sulla montagna. Si andava a piedi, ma chi aveva soldi pagava per andare su un carro. C'era perfino qualche macchina. E andando si cantava.
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3.3 min
C'era un ragazzo che si chiamava Giuseppe ma tutti lo chiamavano Ghiepp. Quando andò militare scrisse alla mamma che non solo in masseria ma anche in città c'erano le zoccole. In paese tutti lo prendevano in giro perchè Ghiepp era un sempliciotto.
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6.7 min
Il pane si faceva in casa: le donne si alzavano durante la notte, si impastava, si aspettava quattro ore per farlo lievitare. Si cucinava dentro al caminetto su un treppiede. Si cucinava la farinata nel paiolo. La pastasciutta solo la domenica, la cerne durante le feste. A gennaio si ammazzava il maiale che veniva cresciuto in un locale vocino casa: con la carne si facevano le salsicce, i salami. Si mangiavano molte minestre di legumi. Per le feste di facevano i biscotti col vincotto e si profumavano con la scorza di mandarino
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1.8 min
C'erano i calzolai dove andava a lavorare a giornata e dove poteva anche mangiare moto meglio che a casa. All'epoca non si usavano le scarpe del negozi ma erano tutte fatte a mano. Con la lana delle pecore, una volta filata, si facevano maglioni, gonne, scialli.
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